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GIOVANNI CASETTA
BIOGRAFIA a cura di Angelo Artuffo
Nato a Mocalieri (TO) nel 1956, si diploma presso l'Istituto per le Arti Grafiche e Fotografiche G. Vigliardi Paravia di Torino.
Dal 1973 al 1980 lavora come impaginatore presso due aziende grafiche torinesi. Dal 1981 al 1985 collabora come art director junior con lo Studio Gamba (grafica, fotografia e cinema di animazione).
Nel 1975 acquista la sua prima reflex manuale, si dedica come fotoamatore a ricerche di archeologia industriale, paesaggio urbano ed extraurbano in bianco e nero curando in proprio lo sviluppo e la stampa.
Nel 1980, con una decina di artisti e studenti dell'Accademia delle Belle Arti di Torino, partecipa alla formazione del gruppo Mazz Art. Diventa anche il fotografo "ufficiale" del gruppo documentando l'attività svolta da Mazz Art negli anni ottanta e inizio anni novanta. Dal 1980 al 2000 con il gruppo Mazz Art partecipa a numerose mostre, interventi e installazioni artistiche tra cui la Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa Mediterranea (Barcellona novembre 1985).
Nel 1984 realizza una mostra fotografica personale nello spazio espositivo della chiesa della Confraternita di San Rocco di Torino dove espone 40 stampe in bianco e nero.
Nel 1986 costituisce con altri soci lo Studio KEY Torino che si occupa di graphic design.
Nei sui viaggi in medio oriente scopre la cultura araba, si appassiona di quel mondo e ne studia l'alfabeto. Nel 2002 inizia ad occuparsi di grafica e impaginazione in lingua araba.
Dopo avere utilizzato varie fotocamere analogiche meccaniche ed elettroniche, nel 2004 approda alla fotografia digitale che gli permette un controllo personale e più creativo dell'immagine e del colore.
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Alcune immagini della mostra a San Rocco
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La fotografia uccide gli uomini
non è un mezzo per essere fedeli
alla realtà, ma per costruire quella
che io chiamo illusione, il doppio
delle cose...
Io ho molto interesse per la fotografia, è la forma
più perfetta di illusione. La foto ha qualcosa
a che fare con la morte, i personaggi sono
presi dentro come topi nella pece, sono
miserabili, senza avvenire e senza
passato.
Tadeusz Kantor
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